La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
promessa … Il Nebbioso si alzò, improvvisamente torvo: - Me la dai? - chiese in un tono, che minacciava pregando. - No - disse netto il Beccajo. - Me la
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offesa, bevi! - e, strappata di tasca una breve pistola, se la volse alla faccia. La giovinetta alzò un grido straziante: - T'amo! - fu il grido. Sparò la
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mollìssimo velo. Tecla alzò le palpèbre, riposò piani gli occhi su Gualdo e gli arrise. Lo sguardo di lei sarèbbesi detto indrizzato. Vi si leggèa
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amichevolmente; pur Lampo, non abbandonò la padrona. La quale, lagrimando e fiottando: babbino mio! - facèa. - Quà la mano! - disse la voce. Alzò Forestina
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, ma si rattenne. Lento si alzò e stette, in presenza di Gualdo, muto dalla sorpresa. Il Beccajo continuò: - Io venni per domandare ... pace
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Beniamino. Beniamino era lei. Com'ella apparve, radiante di vereconda bellezza, un grido giulivo si alzò; com'ella aperse le labbra alla melodiosa sua voce
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- fe' Aronne - giacchè la volete una legge, propongo anzitutto, che chi uccide o ferisce sia ucciso Chi non accetta, si alzi. - Nessuno si alzò